Phishing e truffa informatica spiegate dall’avvocato: cosa fare in caso di attacco?

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Phishing e truffa informatica spiegate dall’avvocato: cosa fare in caso di attacco?

da | Feb 26, 2025 | Diritto Penale

Phishing è il termine con cui si identifica una delle più insidiose forme di truffa informatica, caratterizzata dall’inganno finalizzato alla sottrazione di dati sensibili e informazioni riservate. L’evoluzione tecnologica e la crescente digitalizzazione delle attività quotidiane hanno ampliato le possibilità di comunicazione e gestione dei servizi online, ma al contempo hanno esposto gli utenti a nuove minacce. Il phishing, in particolare, si avvale di tecniche fraudolente attraverso le quali il soggetto agente, comunemente noto come phisher, induce la vittima a rivelare spontaneamente dati personali, quali credenziali di accesso a servizi bancari, numeri di carte di credito e informazioni finanziarie.

L’attacco si concretizza mediante l’invio di comunicazioni apparentemente legittime, che riproducono i segni distintivi di istituti bancari, enti pubblici o aziende note, al fine di persuadere l’utente a fornire informazioni riservate o a eseguire azioni che compromettano la sicurezza dei suoi dati. Generalmente, il phishing avviene attraverso e-mail fraudolente, messaggi di testo o chiamate telefoniche, all’interno delle quali la vittima viene indotta a cliccare su link malevoli o a scaricare allegati dannosi, con il conseguente rischio di compromissione dei propri dispositivi e dell’integrità delle informazioni personali.

L’impatto del phishing non si esaurisce nel mero contesto informatico, ma determina rilevanti conseguenze economiche e giuridiche per le vittime, che possono subire ingenti perdite patrimoniali e la violazione della propria privacy. L’elevato grado di sofisticazione delle tecniche adottate dai phisher, unito alla crescente difficoltà nel riconoscere le comunicazioni fraudolente, rende indispensabile un’attenta analisi del fenomeno, con l’obiettivo di comprenderne le modalità operative e individuare misure efficaci di prevenzione e tutela.

Phishing e social engineering: il meccanismo dell’inganno

Phishing e ingegneria sociale rappresentano due fenomeni strettamente connessi, in quanto il successo degli attacchi si fonda sull’applicazione di tecniche psicologiche volte a manipolare il comportamento della vittima. L’ingegneria sociale, infatti, è l’insieme di strategie basate sulla persuasione e sullo sfruttamento delle reazioni automatiche della mente umana, con lo scopo di indurre il soggetto passivo a compiere un’azione specifica senza che questi si renda conto di essere stato influenzato da un soggetto esterno.

Nel contesto del phishing, il truffatore elabora messaggi ingannevoli che riproducono fedelmente il linguaggio, la struttura e i segni distintivi di comunicazioni ufficiali inviate da istituti bancari, enti pubblici o aziende. L’obiettivo è quello di suscitare nella vittima un senso di urgenza o di pericolo, inducendola a ritenere che sia necessario compiere un’azione immediata per evitare presunte conseguenze negative.

Un esempio tipico è rappresentato dai messaggi che informano l’utente di un presunto problema di sicurezza del proprio conto bancario, della necessità di aggiornare le credenziali di accesso o di verificare transazioni sospette. Simili comunicazioni sono progettate per far leva sulla paura e sull’ansia della vittima, spingendola ad agire impulsivamente senza effettuare i necessari controlli.

L’efficacia del phishing è accresciuta dalla capacità del phisher di creare un contesto comunicativo verosimile e coerente, che lasci intendere alla vittima di avere il controllo della situazione e di poter risolvere il problema autonomamente.

A tale scopo, il linguaggio utilizzato nelle comunicazioni fraudolente è attentamente calibrato per mantenere un tono istituzionale e rassicurante, evitando espressioni eccessivamente intimidatorie che potrebbero destare sospetti. L’elemento psicologico gioca un ruolo determinante nella riuscita dell’attacco, poiché il soggetto passivo, convinto di agire in modo razionale e autodeterminato, finisce per eseguire le istruzioni dell’attaccante, fornendo i propri dati personali o accedendo a piattaforme compromesse.

Le diverse forme di phishing e il loro funzionamento

Il phishing è un fenomeno in costante evoluzione, caratterizzato dall’adattamento delle tecniche di attacco alle nuove abitudini digitali degli utenti e ai sistemi di sicurezza implementati dalle piattaforme online. Sebbene il principio di base rimanga invariato, esistono diverse varianti di phishing, ciascuna con modalità operative specifiche, studiate per aumentare l’efficacia dell’inganno e rendere più complesso il riconoscimento della truffa. Per una sintesi sulla descrizione del fenomeno, rinviamo al sito della Polizia Postale.

Una delle forme più comuni è il deceptive phishing, che si basa sull’invio massivo di comunicazioni fraudolente a un numero indeterminato di utenti, senza una selezione specifica della vittima. Il messaggio, solitamente veicolato tramite e-mail, riproduce l’identità grafica e il linguaggio di enti bancari, piattaforme di pagamento o servizi online di largo utilizzo, inducendo il destinatario a inserire le proprie credenziali di accesso in una pagina web contraffatta. Questa tipologia di attacco si caratterizza per l’approccio generico, in quanto mira a raggiungere il maggior numero possibile di utenti, confidando nel fatto che una percentuale di essi cadrà nella trappola.

Un’evoluzione del phishing tradizionale è rappresentata dallo spear Phishing, una tecnica più sofisticata che prevede una fase preliminare di raccolta delle informazioni sulla vittima, al fine di personalizzare il messaggio-esca. A differenza del deceptive Phishing, che si affida a una strategia indiscriminata, lo spear Phishing colpisce in modo mirato, utilizzando dettagli specifici sulla persona o sull’organizzazione attaccata per conferire maggiore credibilità alla comunicazione fraudolenta. L’elemento distintivo di questa variante è l’elevato grado di verosimiglianza, che riduce la capacità della vittima di riconoscere la natura ingannevole del messaggio.

Ulteriori varianti del phishing includono lo smishing e il vishing, che differiscono dal modello classico per il mezzo di comunicazione impiegato. Lo smishing sfrutta l’invio di SMS contenenti link dannosi o richieste di informazioni personali, mentre il vishing utilizza chiamate telefoniche nelle quali il truffatore si spaccia per un operatore di banca, un ente pubblico o un servizio clienti, inducendo la vittima a fornire dati sensibili. In questi casi, l’attacco si avvale spesso della tecnica dello spoofing, che consente di alterare il numero di telefono del mittente per far apparire la chiamata come proveniente da un’istituzione affidabile.

Tra le forme più recenti di phishing si segnala il deepfake phishing, una tecnica che combina l’uso dell’intelligenza artificiale con strumenti di manipolazione multimediale avanzati. Di tale nuova tipologia tratteremo nei paragrafi seguenti.

Phishing e il quadro giuridico: truffa e frode informatica

Il phishing rappresenta una condotta illecita priva di una specifica incriminazione autonoma all’interno del codice penale italiano. Tuttavia, la sua realizzazione si articola attraverso comportamenti riconducibili a diverse fattispecie criminose, tra cui la truffa prevista dall’art. 640 c.p., la frode informatica disciplinata dall’art. 640-ter c.p., la sostituzione di persona ex art. 494 c.p. e l’accesso abusivo a un sistema informatico sanzionato dall’art. 615-ter c.p.. L’inquadramento giuridico della fattispecie varia a seconda delle modalità con cui il phishing viene perpetrato e degli strumenti utilizzati dal soggetto agente per appropriarsi indebitamente delle informazioni riservate della vittima.

La qualificazione del phishing come truffa ai sensi dell’art. 640 c.p. è stata oggetto di dibattito in dottrina e giurisprudenza. La disposizione punisce chi, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno. Il soggetto agente utilizza un messaggio decettivo, inducendo la vittima a ritenere autentica una comunicazione fraudolenta e a compiere volontariamente un’azione che determina un pregiudizio economico. La condotta del phisher, pertanto, può rientrare nella nozione di truffa tradizionale, in quanto l’induzione in errore della vittima avviene mediante raggiri finalizzati all’ottenimento di un vantaggio patrimoniale illecito.

L’applicazione dell’art. 640-ter c.p., che disciplina la frode informatica, diventa rilevante qualora l’attacco si realizzi attraverso l’alterazione di un sistema informatico o telematico. La norma punisce chiunque, “alterando in qualsiasi modo il funzionamento di un sistema informatico o telematico o intervenendo senza diritto con qualsiasi modalità su dati, informazioni o programmi contenuti in un sistema informatico”, ottenga un profitto illecito con danno altrui.

Tale disposizione potrebbe trovare applicazione nei casi in cui il phishing si concretizzi mediante l’uso di malware o software autoinstallanti che sottraggono dati sensibili della vittima senza che vi sia un’interazione consapevole da parte di quest’ultima. Secondo un recente orientamento giurisprudenziale, la frode informatica potrebbe applicarsi anche alle condotte più “tradizionali”, qualora l’attaccante riesca a ottenere il profitto intervenendo senza diritto su sistemi informatici (es. facendo uso delle credenziali precedentemente sottratte per eseguire un bonifico).

Un ulteriore profilo giuridico del phishing riguarda la sostituzione di persona, sanzionata dall’art. 494 c.p., qualora l’attaccante utilizzi illecitamente l’identità di un soggetto terzo, come un istituto bancario o un ente pubblico, per rendere più credibile l’inganno. Tale condotta si realizza quando il truffatore falsifica l’intestazione di un’e-mail o manipola l’identità del mittente per far apparire la comunicazione come proveniente da un soggetto istituzionale reale.

Infine, nelle ipotesi in cui l’autore del reato utilizzi le credenziali sottratte per accedere indebitamente agli account online della vittima, potrebbe configurarsi il il reato di accesso abusivo a un sistema informatico o telematico, previsto dall’art. 615-ter c.p.. La disposizione punisce chi si introduce in un sistema informatico protetto senza autorizzazione o vi si mantiene contro la volontà del titolare. Tale reato assume particolare rilevanza nei casi in cui il phishing abbia come obiettivo il controllo degli account bancari della vittima o l’accesso a dati riservati custoditi in piattaforme online.

La sovrapposizione tra queste diverse fattispecie penali dimostra come la condotta, nel suo complesso, possa integrare una pluralità di reati, a seconda delle modalità esecutive adottate dal phisher. La giurisprudenza ha chiarito che, in determinati casi, può configurarsi un concorso di reati.

Phishing e nuove tecnologie: l’intelligenza artificiale al servizio della frode

Il phishing è un fenomeno in continua evoluzione, che trae vantaggio dall’innovazione tecnologica per affinare le proprie modalità operative e incrementare il tasso di successo degli attacchi. L’introduzione di strumenti avanzati, tra cui sistemi di intelligenza artificiale, ha reso le truffe informatiche ancora più sofisticate e difficili da individuare, riducendo sensibilmente la capacità delle vittime di riconoscere la natura fraudolenta delle comunicazioni ricevute.

L’intelligenza artificiale, grazie alla capacità di elaborare grandi quantità di dati e simulare il linguaggio naturale, viene impiegata dai criminali informatici per generare contenuti personalizzati che aumentano la credibilità dei messaggi di phishing. Gli algoritmi avanzati consentono di analizzare i comportamenti digitali delle vittime, raccogliere informazioni dai social network e creare messaggi ingannevoli altamente verosimili.

Un ulteriore sviluppo che ha incrementato la pericolosità del phishing è rappresentato dall’impiego della tecnologia deepfake, che sfrutta l’intelligenza artificiale per creare contenuti multimediali falsificati. Questa innovazione ha portato alla diffusione di una nuova forma di attacco, nota come deepfake phishing, che si distingue per l’utilizzo di video, immagini o messaggi audio alterati in modo da riprodurre fedelmente l’aspetto e la voce di persone reali. Attraverso questi strumenti, i truffatori possono impersonare dirigenti aziendali, funzionari di enti pubblici o persone di fiducia della vittima, aumentando la probabilità che quest’ultima cada nell’inganno.

Il deepfake phishing ha trovato particolare applicazione nelle frodi aziendali e nei tentativi di CEO fraud, in cui i criminali informatici si spacciano per alti dirigenti di un’azienda e inducono dipendenti o collaboratori a effettuare bonifici fraudolenti o a condividere informazioni riservate. La capacità di generare contenuti audio e video realistici rende questa tipologia di attacco estremamente efficace, poiché la vittima, ritenendo di interagire con un interlocutore affidabile, difficilmente mette in dubbio l’autenticità della richiesta.

L’evoluzione tecnologica ha inoltre ampliato il raggio d’azione del phishing, consentendo la creazione di siti web contraffatti con livelli di realismo sempre più elevati. Gli attacchi che un tempo si limitavano alla semplice riproduzione grafica di una pagina web ora sfruttano l’intelligenza artificiale per replicare in tempo reale le interazioni tipiche di un portale legittimo, generando risposte dinamiche agli utenti e simulando il comportamento di un servizio autentico. Queste tecniche avanzate riducono la percezione del rischio e inducono le vittime a inserire le proprie credenziali senza sospettare la natura fraudolenta del sito visitato.

L’influenza delle nuove tecnologie sul phishing dimostra come la criminalità informatica sia in grado di adattarsi rapidamente ai cambiamenti del panorama digitale, sfruttando strumenti innovativi per perfezionare le proprie strategie fraudolente. La crescente sofisticazione degli attacchi richiede un approccio integrato alla sicurezza informatica, basato su una combinazione di prevenzione, formazione degli utenti e strumenti avanzati di protezione, al fine di contrastare efficacemente le minacce emergenti.

Prevenire il phishing: strategie e accorgimenti per difendersi

La prevenzione è l’elemento cardine nella difesa contro le frodi informatiche, poiché il riconoscimento tempestivo dei segnali d’allarme può evitare conseguenze dannose per gli utenti e le organizzazioni. La protezione contro il phishing si fonda su una combinazione di buone pratiche di sicurezza informatica, strumenti tecnologici avanzati e un’adeguata consapevolezza del rischio.

Uno degli aspetti fondamentali della prevenzione è il riconoscimento delle caratteristiche comuni degli attacchi Phishing. Le comunicazioni fraudolente presentano spesso elementi ricorrenti, tra cui un linguaggio persuasivo che richiama situazioni di emergenza, la richiesta di inserire credenziali personali, link che rimandano a pagine web contraffatte e mittenti dall’apparenza ingannevole.

L’analisi critica del contenuto di un’e-mail o di un messaggio, unita alla verifica dell’indirizzo del mittente e dell’autenticità dei collegamenti ipertestuali, rappresenta il primo strumento di autodifesa. Nessuna istituzione bancaria o azienda affidabile richiede l’inserimento di dati sensibili tramite e-mail o SMS, pertanto, la ricezione di simili richieste deve essere considerata un chiaro indicatore di un tentativo di Phishing.

Un ulteriore accorgimento essenziale è l’utilizzo dell’autenticazione a più fattori, che aggiunge un ulteriore livello di protezione agli account personali e aziendali. Questo sistema impedisce agli aggressori di ottenere accesso non autorizzato anche nel caso in cui riescano a sottrarre le credenziali di accesso, poiché sarà necessario un secondo codice di verifica generato su un dispositivo di proprietà dell’utente. L’implementazione di password robuste e uniche per ciascun servizio online riduce, inoltre, il rischio che la compromissione di un singolo account possa estendersi ad altre piattaforme.

L’installazione e l’aggiornamento regolare di software di sicurezza, tra cui antivirus, firewall e filtri anti-phishing, contribuisce in modo significativo alla protezione dalle minacce informatiche. Molti servizi di posta elettronica integrano già sistemi di rilevamento automatico che segnalano i messaggi sospetti o li collocano direttamente nella cartella spam. Tuttavia, è opportuno adottare ulteriori misure, come l’abilitazione di funzionalità avanzate di protezione della navigazione e l’uso di estensioni browser progettate per identificare siti web malevoli prima che l’utente inserisca informazioni sensibili.

Un ruolo determinante nella prevenzione del phishing è svolto dalla cybersecurity awareness, ovvero la formazione degli utenti sui rischi legati alle truffe informatiche e sulle corrette pratiche di comportamento online. In ambito aziendale, l’adozione di programmi di formazione periodica per il personale riduce sensibilmente la vulnerabilità delle organizzazioni agli attacchi mirati.

Molti attacchi di phishing, infatti, prendono di mira dipendenti e dirigenti per ottenere accesso alle infrastrutture informatiche aziendali, sfruttando la mancanza di consapevolezza sui rischi informatici. L’organizzazione di simulazioni di attacchi phishing, in cui gli utenti vengono esposti a e-mail fraudolente create a scopo didattico, rappresenta un metodo efficace per migliorare la capacità di riconoscere e reagire correttamente ai tentativi di frode.

Nel caso in cui si sospetti di aver ricevuto una comunicazione fraudolenta, è essenziale evitare di cliccare su link o scaricare allegati, e verificare l’autenticità del messaggio contattando direttamente l’ente o l’azienda presunta mittente attraverso i canali ufficiali. In caso di dubbio, è sempre preferibile non eseguire alcuna azione e procedere a una verifica preventiva. Le autorità di regolamentazione e gli istituti bancari forniscono strumenti per segnalare i tentativi di phishing, contribuendo così a identificare e bloccare gli attacchi in corso.

In definitiva, la prevenzione del Phishing richiede un approccio multidisciplinare, che combini tecnologie di protezione, consapevolezza e buone pratiche di sicurezza digitale.

Conclusioni: cosa fare in caso di attacco phishing

La crescente sofisticazione delle tecniche di attacco rende essenziale l’adozione di misure preventive efficaci, basate sulla consapevolezza dei rischi e sull’utilizzo di strumenti di sicurezza avanzati. Il riconoscimento tempestivo dei segnali di un tentativo di phishing, unito all’applicazione di protocolli di autenticazione e verifica, è la strategia più efficace per evitare di cadere vittima di truffe informatiche.

Nel caso in cui un attacco abbia già avuto successo, è fondamentale intervenire immediatamente, segnalando l’accaduto alle autorità competenti, contattando il proprio istituto bancario per limitare i danni finanziari e adottando misure per ripristinare la sicurezza dei propri account e dispositivi.

La protezione dalle frodi informatiche non può prescindere da un’adeguata consulenza legale e da un’efficace gestione della sicurezza cibernetica. Il nostro Studio fornisce supporto specializzato a privati e aziende nella prevenzione e gestione delle conseguenze derivanti da attacchi informatici, offrendo assistenza nella valutazione dei rischi, nella predisposizione di strategie di tutela e nella difesa dei diritti di reati informatici.