Il cyberbullismo rappresenta una delle minacce più insidiose e pervasive dell’era digitale, soprattutto nei confronti dei minori. Questo fenomeno si distingue per il suo carattere invasivo e per la sua capacità di colpire la sfera emotiva e psicologica della vittima attraverso l’uso della rete e dei mezzi di comunicazione digitale. Diversi comportamenti configurano il reato di cyberbullismo, tra i quali figurano la molestia online, la diffamazione tramite social media o altre piattaforme, il furto di identità digitale, nonché l’acquisizione illecita o il trattamento illecito di dati personali. Spesso, queste condotte si concretizzano anche nella diffusione non autorizzata di contenuti personali o offensivi, che amplifica il danno subito dalla vittima, esponendola a gravi ripercussioni sia a livello psicologico che sociale.
A differenza del bullismo tradizionale, il cyberbullismo consente all’aggressore di agire da remoto, celandosi dietro l’anonimato della rete, il che rende le vittime particolarmente vulnerabili e prive di strumenti immediati di difesa. Tuttavia, nonostante l’assenza di un contatto fisico diretto, gli effetti di queste condotte sono estremamente dannosi e possono tradursi in ansia, isolamento, paura e, nei casi più gravi, anche in istigazione al suicidio o all’autolesionismo.
Con la promulgazione della Legge 70/2024, il legislatore italiano ha compiuto un passo fondamentale nell’ampliare la tutela giuridica contro queste condotte, estendendo l’applicazione delle disposizioni della Legge 71/2017 – inizialmente circoscritta alla prevenzione e al contrasto del cyberbullismo – anche al bullismo. Quest’ultimo viene ora definito come l’insieme di atti aggressivi, ripetuti nel tempo, che possono includere violenze fisiche o psicologiche, offese, derisioni e minacce, finalizzate a creare sentimenti di ansia, isolamento o esclusione sociale in una o più vittime. Questa estensione normativa riconosce ufficialmente la gravità del bullismo, considerandolo alla stregua del cyberbullismo per quanto riguarda il potenziale dannoso e la necessità di un intervento giuridico tempestivo.
Bullismo e Cyberbullismo: dalla Legge 71/2017 alla Legge 70/2024
La Legge 71/2017, entrata in vigore per contrastare il fenomeno del cyberbullismo, è stato il primo intervento normativo organico in Italia volto a disciplinare un problema che, con l’avvento delle nuove tecnologie, ha assunto una dimensione sempre più preoccupante. La legge ha cercato di fornire una risposta completa, rivolta soprattutto alla tutela dei minori, ossia la fascia più vulnerabile della popolazione rispetto a questo tipo di condotte. Il cyberbullismo viene definito dalla normativa come qualunque forma di molestia, aggressione, ricatto, ingiuria, furto di identità, diffusione illecita di contenuti o trattamento non autorizzato di dati personali, perpetrata attraverso mezzi digitali e rivolta a minori.
Uno degli aspetti centrali della Legge 71/2017 riguarda la possibilità per i minori che abbiano compiuto 14 anni, nonché per i loro genitori o tutori, di chiedere ai gestori di siti internet o piattaforme social l’oscuramento, la rimozione o il blocco di contenuti lesivi che possano costituire atti di cyberbullismo. Questa richiesta mira a tutelare tempestivamente la vittima, impedendo che i contenuti dannosi possano continuare a circolare e amplificare il danno subito.
Nel caso in cui il gestore del sito o del social network non provveda entro 48 ore, la legge prevede che la vittima possa rivolgersi al Garante per la protezione dei dati personali, il quale è obbligato ad agire entro altre 48 ore. Questo meccanismo di risposta rapida rappresenta una delle novità più rilevanti introdotte dalla normativa del 2017, poiché mira a garantire una protezione immediata e concreta alla vittima, evitando che l’aggressione virtuale continui a diffondersi online, con conseguenze potenzialmente devastanti.
Accanto a queste disposizioni, la Legge 71/2017 ha assegnato un ruolo di primo piano alle istituzioni scolastiche. Le scuole, infatti, sono tenute a promuovere attività di formazione e sensibilizzazione riguardo all’uso consapevole della rete e ai diritti e doveri connessi all’utilizzo delle tecnologie informatiche. Ogni istituto scolastico deve nominare un referente per il cyberbullismo, responsabile del coordinamento delle attività di prevenzione e contrasto al fenomeno. Questa figura svolge un ruolo cruciale nella promozione di un ambiente scolastico sicuro, in cui studenti, docenti e famiglie collaborano attivamente per prevenire e affrontare episodi di cyberbullismo.
Un altro punto rilevante introdotto dalla Legge 71/2017 è la previsione del procedimento di ammonimento, uno strumento che consente di intervenire rapidamente in situazioni meno gravi, prima che le condotte possano degenerare in reati veri e propri. In base a questa procedura, quando un minore ultraquattordicenne compie atti di cyberbullismo senza che questi configurino reato, la vittima o i suoi genitori possono rivolgersi al Questore, che, dopo aver ascoltato il minore autore degli atti e i suoi genitori, può emettere un ammonimento verbale.
L’ammonimento, previsto originariamente per i reati di stalking, si configura come un avviso formale, con cui il Questore richiama il minore alla gravità delle sue azioni e lo avverte delle conseguenze legali che potrebbero derivare dalla reiterazione degli stessi comportamenti. Questo strumento ha una funzione principalmente educativa e preventiva, permettendo di evitare che episodi isolati si trasformino in condotte sistematiche e più gravi.
La Legge 71/2017, dunque, ha introdotto un complesso di misure destinate a prevenire e contrastare il fenomeno del cyberbullismo, puntando principalmente sull’educazione e la sensibilizzazione. Tuttavia, con il passare degli anni e l’evolversi delle modalità di bullismo, è emersa la necessità di un intervento normativo più ampio, che tenesse conto anche delle aggressioni perpetrate nella realtà fisica, ovvero il bullismo tradizionale.
È in questo contesto che si inserisce la Legge 70/2024, la quale rappresenta una significativa evoluzione della normativa in materia di bullismo e cyberbullismo. Questa nuova legge ha esteso le disposizioni della Legge 71/2017, applicandole espressamente anche al bullismo, e ha introdotto una serie di misure aggiuntive volte a rafforzare la protezione dei minori.
La Legge 70/2024 ha fornito una definizione precisa di bullismo, inteso come un insieme di aggressioni o molestie reiterate, sia fisiche che psicologiche, che possono essere perpetrate da una singola persona o da un gruppo di persone. Le condotte di bullismo sono idonee a provocare nella vittima sentimenti di ansia, timore, isolamento o emarginazione.
Esse includono una vasta gamma di comportamenti, che vanno dalle minacce ai ricatti, dalle violenze fisiche o psicologiche fino all’istigazione al suicidio o all’autolesionismo. La legge ha quindi riconosciuto che anche le forme di bullismo non legate al mondo digitale possono avere conseguenze devastanti per la vittima, equiparandole sotto il profilo giuridico al cyberbullismo.
Un altro importante intervento introdotto dalla Legge 70/2024 riguarda la possibilità per le Regioni di attivare, presso le scuole, servizi di supporto psicologico per gli studenti. Questo servizio mira a fornire assistenza agli alunni in situazioni di disagio, coinvolgendo anche le famiglie in un percorso di prevenzione e gestione dei conflitti. L’obiettivo è quello di garantire un intervento tempestivo e qualificato, capace di affrontare le problematiche legate al bullismo e al cyberbullismo in modo integrato e personalizzato.
Inoltre, la nuova legge prevede che ogni istituto scolastico adotti un codice interno per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo, oltre a istituire un tavolo permanente di monitoraggio. Questo tavolo, composto da rappresentanti degli studenti, delle famiglie, del corpo docente e da esperti del settore, ha il compito di monitorare costantemente la situazione all’interno della scuola, promuovendo iniziative di prevenzione e sensibilizzazione.
Un ulteriore elemento di novità della Legge 70/2024 è rappresentato dalle misure rieducative previste per i minori responsabili di condotte aggressive o lesive della dignità altrui. Il Tribunale per i minorenni può disporre lo svolgimento di progetti educativi e riparativi, sotto la direzione dei servizi sociali, che possono includere attività di volontariato sociale, laboratori teatrali o di scrittura creativa, corsi di musica o sport.
L’obiettivo di queste misure è quello di favorire lo sviluppo di forme di comunicazione non violente e promuovere una cultura del rispetto reciproco, consentendo al minore di comprendere la gravità delle proprie azioni e di inserirsi in dinamiche relazionali più sane e costruttive.
Cyberbullismo: l’importanza di una tutela legale effettiva
In conclusione, le Leggi 71/2017 e 70/2024 istituiscono un solido quadro normativo per la prevenzione e il contrasto di fenomeni come il bullismo e il cyberbullismo. La Legge 71/2017 ha posto le basi per la tutela contro il cyberbullismo, introducendo strumenti come l’ammonimento e la rimozione rapida di contenuti lesivi, mentre la Legge 70/2024 ha ampliato questa protezione, includendo anche il bullismo tradizionale e potenziando gli interventi educativi e rieducativi.
Tuttavia, nonostante le misure previste, il fenomeno rimane complesso e articolato. È per questo fondamentale il ruolo di un professionista legale esperto, che possa assistere le vittime e le loro famiglie nell’attivare tutti gli strumenti messi a disposizione dall’ordinamento giuridico per ottenere una tutela effettiva. Rivolgersi a uno studio legale specializzato in reati informatici consente non solo di gestire la parte legale del procedimento, ma anche di ricevere un supporto qualificato per orientarsi nelle dinamiche scolastiche, psicologiche e sociali legate a queste delicate problematiche.
Lo Studio Legale D’Agostino è a disposizione per fornire assistenza in materia di cyberbullismo e bullismo, garantendo un intervento tempestivo e personalizzato volto alla tutela dei diritti dei minori.
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